La “scusa” di essere sprovvisti di soldi non era sufficiente a trascurare la questione degli scenari che compaiono nella serie di episodi per il web: sapevamo di volere locations di impatto, memori di quanto avesse aiutato, nel cortometraggio che partecipò all’HPL Festival (vedi), girare in un intero reparto d’ospedale. E i luoghi di questi Interludi erano tanti, malgrado la brevità dell’insieme, perché ogni ambientazione caratterizzava i personaggi che si muovevano al suo interno attraverso la geometria strutturale e la tavolozza cromatica. Insomma, lo spazio doveva interfacciarsi con gli attori e viceversa. La regola ulteriore era quella, tanto per dirla alla Roger Corman, di non rimetterci un quattrino - o almeno limitare i danni.
Della scenografia ci siamo occupati essenzialmente io ed Emiliano Guarneri, almeno dal punto di vista della localizzazione geografica, ma ci sono altre persone che hanno contribuito all’allestimento scenico o a fornire assistenza logistica; sperando di ricordarle tutte vorrei ringraziare: Leonardo Camastra, Eugenio Guarneri, Bruno Villa, Anna Cigoli, Elena Bianchi, Saul Paloschi, Tullio Zanibelli e il Teatro Monteverdi – Fabbrica delle Arti di Cremona.
Di seguito, alcune foto delle scenografie più “salienti”:
L’ex Armaguerra, fabbrica in disuso a Cremona, dedicata a una lunga scena con Alexandros Panos. Uno dei set più lontani e suggestivi, una mai dichiarata Venezia (gli eventi del RE GIALLO INTERLUDI non hanno una collocazione precisa). Una calle stretta e tortuosa è sempre l'ideale per un inseguimento.
La casa del signor Geneva, allestita in un appartamento sfitto di una via del centro di Cremona e gratuitamente concesso per i nostri fini, in cui compaiono i simboli inventati da Renato Florindi per l’occasione.
Carcosa, unico set virtuale della serie. La sequenza è stata interamente elaborata con l’ausilio della grafica 3D, fatta eccezione per alcune scene girate sulle spiagge del fiume Po. Il design di concetto ha subìto varie evoluzioni, ma fin dal principio le caratteristiche essenziali dell’ambiente sono state quelle di un pianeta desertico costantemente battuto da venti impetuosi - un mondo morto ma ancora “vitale”...